Dall’assistenza alla promozione della salute: il ruolo del Medico di famiglia
Ghassan Daya, Medico di Medicina Generale, Segretario FIMG
Ringrazio anch’io l’organizzatore di questa mattina che ci permette anche a noi, M.M.G. di dire la nostra.
Mi presento: sono della FIMMG sindacato dei medici di famiglia modenesi; leggendo il piano per la salute ci siamo accorti che la programmazione e le idee che sono in esso contenute sicuramente vanno molto più veloci, della mente degli operatori della sanità; il programma rappresenta il futuro a cui dobbiamo assolutamente correre dietro per prendere il così detto treno del piano per la salute.
Va detto che noi abbiamo appoggiato dall’inizio sia il piano sanitario nazionale che regionale al quale abbiamo dato il nostro contributo; aggiungo che il nostro ruolo nello scenario del servizio sanitario nazionale è cambiato e sta cambiando. A Modena, stanno nascendo i nuclei di cure primarie, quindi la medicina integrata. Se pensiamo che solo 20 anni fa — un tempo relativamente breve – eravamo considerati solo il medico di mutua, o delle mutue, siamo passati, attraverso il medico del servizio sanitario nazionale, al medico del distretto che attualmente è il medico dell’équipe territoriale.
Non solo, siamo passati dal medico singolo, che lavora nel suo studio, al medico in associazione. Nella Provincia di Modena le forme associative coinvolgono il 50% dei medici di famiglia.
Inoltre, con la legge 229 e con il contratto di lavoro nostro firmato alcuni mesi fa e pubblicato, è prevista una nostra presenza nell’ Ufficio di Coordinamento del Distretto. Sono d’accordo con chi mi ha preceduto, con Razzoli, sul discorso che la presenza di una realtà distrettuale rafforza e migliora quella che è l’assistenza sanitaria. Quindi, siamo passati da un concetto dell’assistenza al cittadino al concetto che il cittadino deve essere esso stesso al centro della nostra assistenza, del nostro sistema e della nostra attenzione.
Dalla cura della malattia al mantenimento, alla prevenzione, al mantenimento della salute stessa, non torno ad Alma ATA che prevedeva per il 2000 un obiettivo per la salute per tutti, però, sicuramente dobbiamo riferirci ad alcuni concetti che la prevenzione ed il mantenimento della salute devono essere il nostro obiettivo, oltre che curare le malattie. Permangono sicuramente alcuni problemi che dobbiamo affrontare e siamo indietro: l’etica, la stessa ecologia di cui si parla veramente poco, lo stile di vita, per non parlare dell’equità delle prestazioni, l’appropriatezza degli interventi, degli accessi alla prestazione stessa. Perché questi non rimangano solo concetti, io, in due tre minuti, vorrei parlare dei nostri progetti, della nostra esperienza e quello “che bolle in pentola” per i prossimi due anni a Modena, per quanto riguarda la nostra categoria.
Siamo partiti due tre anni fa da una fase di ricerca per individuare sia i fabbisogni sanitari dei pazienti, ma anche i fabbisogni professionali dei medici, quindi parto già da un fatto che a noi interessa sicuramente in primis, sicuramente i fabbisogni sanitari del paziente, ma anche far lavorare meglio i medici, perché, come abbiamo detto, lavorando meglio si riesce a produrre meglio. Abbiamo avuto diversi incontri prima di formulare le nostre proposte specialmente con i sindacati dei pensionati che, ho visto, qua hanno una larga rappresentanza, e abbiamo avuto incontri con le due aziende, devo dire che grazie alla lungimiranza dei loro dirigenti ci hanno sostenuto in questo. Abbiamo quindi selezionato, elaborato proposto i progetti. Infine sono stati tradotti in accordi aziendali, e quindi siamo in fase di attuazione. Cosa abbiamo prodotto ? siamo partiti — per stare nell’argomento di oggi – da un progetto contro il fumo quando ancora non se ne parlava di questo, nel ’96 — ’97-’98 con il valido aiuto del dottor Roversi abbiamo spedito 40.000 questionari sul fumo ad altrettanti pazienti. Il progetto si è arenato prima del raggiungimento dell’obiettivo per mancanza di fondi. Il progetto prevedeva l’individuazione dei fumatori e, se hanno l’intenzione di smettere di fumare, per mettere in atto tutte le procedure necessarie per un aiuto
Stiamo organizzando corsi intensivi per l’educazione della malattia diabetica, assistiamo in ambulatorio i pazienti diabetici e, per la prima volta, siamo sottoposti a valutazione del risultato.
Abbiamo migliorato, o cercato di migliorare anche le modalità di erogazione dell’assistenza: il progetto di Tele CUP di Modena, dove vengono inviati circa 60.000 richieste all’anno dagli studi dei medici di famiglia al CUP per il Tele CUP, così il paziente riesce con una telefonata a prenotare le sue richieste. I medici sono organizzati in gruppi minimi in rete per avere un ambulatorio aperto tutto il giorno nel caso di urgenza o in caso di fabbisogno del paziente quando il suo medico non c’è, abbiamo un’équipe territoriale integrata a Modena, è partita la prima esperienza italiana il 6 maggio del 2000: un medico di famiglia ha un ambulatorio aperto nel pre-festivo e nel festivo a disposizione della guardia medica e dei cittadini per non correre al pronto soccorso o per avere un punto di riferimento sul territorio come studio aperto; per ultimo la vaccinazione anti-influenzale, vi fornisco un dato: nel 1995 solo il 17% della popolazione over 65 anni veniva vaccinata, quest’anno abbiamo toccato il 70% perché le vaccinazioni vengono fatte, negli ultimi tre anni, come sapete, dai medici di famiglia.
Quindi, non parlerò dell’assistenza domiciliare, e di altre cose che voi tutti ben conoscete.
Per concludere, come dicevo, siamo in ritardo sicuramente nella cultura e nell’educazione e nello stile di vita dell’ecologia; per questa a livello nazionale abbiamo un progetto che è già partito. Entro il 2001 nella provincia di Modena 100 medici di famiglia avranno un televisore con antenna satellitare legata ad un portale nostro nazionale che trasmette nelle sale d’attesa delle persone programmi di educazione sanitaria, di stili di vita, di ecologia e quant’altro che riteniamo necessario trasmettere ai nostri pazienti. Cento medici vuol dire il 20% della popolazione medica, entro 5 anni abbiamo l’intenzione, comunque, di coprire tutti i medici di famiglia a livello italiano, che sono quasi 55.000.
Stiamo lavorando, quindi per migliorare quello che è l’assistenza, tutto è migliorabile, ma perché abbiamo visto che in questa maniera il cittadino è curato meglio, è soddisfatto e il medico è soddisfatto anch’esso del suo lavoro; convergenza, quindi, di obiettivi, di interesse di risultato è quello che cerchiamo.