Intervento Righi

Le politiche di salute nella comunità locale
Fabrizio Righi, Sindaco del Comune di Formigine

Buongiorno a tutti. Chi mi ha preceduto ha già delineato con molta attenzione e anche con molta precisione i contenuti, i percorsi che questo piano per la salute dovrà svolgere nella nostra regione e nella nostra provincia in particolare e questo mi permette di soffermarmi, brevemente, con un intervento molto rapido, su un aspetto solo, che è quello che io ritengo fondamentale, interrogandomi proprio sul tema in occasione di questa giornata.
Per questo riprendo soltanto la definizione contenuta nelle linee guida regionali, la definizione, tra virgolette, è proprio questa: il patto per la salute costituisce il patto locale di solidarietà per la salute, per la salute dei cittadini e, subito dopo, nelle linee guida regionali, il compito di coordinare questo piano, di coordinare questo patto viene attribuito agli enti locali. E qui nasce il mio interrogativo, quale sarà il vero ruolo che riusciremo a giocare, che riusciremo a svolgere? E’ già stato ricordato anche negli interventi del sig. Chiesi e della signora Piccinini; cosa riusciremo, come riusciremo veramente a incidere nella determinazione di questo piano? Io credo che sia di fondamentale importanza interrogarsi su questo perché altrimenti si rischia di fare una discussione che rimane sulla superficie e non entra nella profondità. Io non ho le risposte, oggi, ho soltanto una serie di interrogativi che cercherò di svolgere insieme a voi.

Ho provato a calare questa necessità, questo compito all’interno del mio Comune; che ruolo riuscirà a svolgere il Comune di Formigine in questa discussione? Il quarto Comune della provincia come popolazione, ormai 30.000 abitanti, un Comune che, nonostante questo, non è rappresentato all’interno dell’esecutivo della consulta provinciale. Che ruolo riusciranno a svolgere tanti altri Comuni, anche più piccoli di quello che io rappresento? Se dovessimo trarre una conclusione dalla presenza degli amministratori oggi, temo che la conclusione dovrebbe essere, purtroppo, negativa, ma non voglio fermarmi a questo. Io mi chiedo, come riusciremo, senza avere nessuna specifica tecnica al nostro interno, all’interno delle nostre strutture, a svolgere un ruolo veramente positivo e propositivo, questo ruolo di coordinamento che ci è assegnato. Allora, qui nasce veramente il discorso del rapporto con le strutture tecniche sanitarie che hanno queste competenze. Chi ha parlato prima di me ha potuto veramente esprimere con molta precisione, anche con molta efficacia, la complessità di questo tema, la complessità dei temi sanitari in una società evoluta come la nostra. Abbiamo bisogno di queste competenze tecniche, abbiamo però bisogno che queste competenze tecniche vengano veramente messe a disposizione degli amministratori locali e di tutti gli altri soggetti interessati al piano per salute perché non rimangano il patrimonio di pochi ma divengano comprensibili nell’ottica che abbiamo detto è quella di arrivare …, ha detto prima il Dott. Fattori, se vogliamo veramente avere il risultato positivo, dobbiamo arrivare all’adesione del singolo cittadino; e per far questo bisogna certamente superare il sensazionalismo dei titoli del giornale, di quello che si riesce a captare alla televisione, al telegiornale, bisogna riuscire a portare i singoli cittadini ad entrare nel merito, non certo di tutto, ma delle scelte fondamentali che staranno alla base del piano per la salute, sì, perché, se non avremo fatto questo non possiamo aspettarci poi nessuna forma di adesione.

Riuscire a far questo o rimanere alla superficie dei problemi sta a noi, io credo, sta anche alla volontà che oggi esprimiamo e mi pare importante, sta anche nel far tesoro di alcune esperienze forse, almeno dal mio punto di vista, sicuramente non positive come quelle svolte negli anni passati; un riferimento molto semplice, la discussione sul PAL ’97-2000 certamente non ha avuto questi connotati, non è riuscita a portare alla popolazione provinciale la discussione, io credo, in modo aperto e consono alla necessità ed anche all’importanza del problema. Se dovessimo ripetere un’esperienza di questo genere sugli stessi binari, certamente avremmo in qualche modo limitato fortemente la nostra capacità di intervento.
Per tutto questo e per tutti questi motivi io credo che ci sia un luogo privilegiato per poi poter andare avanti in questa discussione, il luogo privilegiato è stato detto anche prima, e mi fa piacere che concordiamo su questo punto è quello dei distretti, perché ci sono delle specificità locali da mettere a fuoco, ci sono delle esigenze particolari che devono essere garantite, che devono essere tenute in considerazione, ma c’è soprattutto, io credo, un livello di discussione, d’incontro che più a livello di distretto riesce a entrare nel merito dei problemi, riesce ad entrare nella specificità. Questo, ripeto, nell’ottica di coinvolgere tutti i comuni, tutti i 47 comuni della provincia, nell’ottica di coinvolgere tutti i cittadini della nostra provincia, sia delle aree centrali, sia delle aree più periferiche a un piano per la salute che, in qualche modo, devono anche sentire loro. Vi ringrazio.