DONNE: NO all’alcol in gravidanza

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DONNE: NO all’alcol in gravidanza!

La nostra attività di sensibilizzazione circa la sindrome feto-alcolica è stata fortemente orientata verso le donne incinte o che programmano di esserlo in una fascia di età compresa tra i 25 ed i 35 anni. Per loro abbiamo pensato ad una strategia di tipo essenzialmente analogico con la collaborazione dei gestori di bar e locali, di associazioni, enti commerciali ed istituzionali, in particolar modo la Regione Emilia Romagna.
Per quanto riguarda il circuito dei bar e locali, il processo di sensibilizzazione e promozione della campagna è stato lo stesso realizzato per gli studenti universitari (vedi qui)
Fondamentale è risultata inoltre la collaborazione con le istituzioni regionali. A questo riguardo abbiamo avuto modo di modificare la scheda informativa di preparazione al parto della regione Emilia Romagna, fornita alle donne incinte. Abbiamo infatti sostituito la precedente frase, troppo sintetica, con una nuova, che risultasse più chiara e convincente.

Frase precedente Posso bere alcolici? È importante evitare le bevande alcoliche ed i superalcolici perché possono influire negativamente sul corretto sviluppo del bambino.

Frase modificata da noi e attualmente presente Bere alcol in gravidanza può causare danni gravi ed irreversibili allo sviluppo del feto. Fino ad oggi non è stato possibile stabilire scientificamente la quantità minima di alcol che permetta di non correre rischi. Pertanto l’unico modo per proteggere totalmente la salute del bambino è evitare l’assunzione di alcol durante tutto il periodo della gravidanza.

Sempre in ambito istituzionale abbiamo potuto constatare, dall’analisi dei dati regionali relativi al parto, come vi siano dati inerenti a varie problematiche, tra le quali quella del fumo, ma nulla in relazione all’assunzione di alcol in gravidanza. È per questo che il nostro obiettivo è quello di poter raccogliere, attraverso il certificato di assistenza al parto, dati epidemiologici relativi al consumo di alcol che risulterebbero fondamentali sia per comprendere la reale dimensione del problema in ambito regionale, sia per verificare nel tempo l’efficacia della nostra campagna di sensibilizzazione.